Paris toujours: il regalo di Natale

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I regali di natale…

Ed eccoci al mio ultimo giorno. E’ Natale, la mia boulangerie preferita ĆØ chiusa e in giro c’ĆØ pochissima gente. Il mio treno per Milano ĆØ alle 15 e i miei bagagli sono in crescita esponenziale…costretta dalle tariffe Easyjet le ultime volte ho viaggiato sempre con meno cose ma il treno…wow, mi dĆ  possibilitĆ  di esprimermi al meglio! E allora, tre bottiglie di champagne (una piccola per il mio pranzo in treno dove, nella mia ingenua immaginazione, ci saremo solo io e il macchinista), una torta intera, biscotti, scatole di latta di tĆØ, regalini vari…aiuto!!!Lo zaino della partenza e due pesantissimi borsoni riescono a contenere tutto. Esco per l’ultimo giro, una pioggerellina minuta, nemmeno troppo fastidiosa.Ā  Ancora Marais, del quale non sono mai sazia. Strano vederlo cosƬ vuoto, in giro solitari come me. Per scelta o costrizione. Negozi addobbati per Natale, vetrine scintillanti, abiti con paillettes, bar dalle mille lucine…che stridono con i portici della bellissima Place des Vosges insolitamente deserti, le fermate della metro senza nessuno. Mi faccio un selfie modello Noelle, sentendomi abbastanza stupida. Entro nella chiesa di Saint Paul, mi piace il presepe, una marea di lumini accesi. Ogni voltaĀ  che entro in una chiesa, accendo una candela e spero che la luce arrivi lassĆ¹. Torno in albergo, le banchine della metro cosƬ vuote non le avevo mai viste. Prendo un taxi – un lusso che a Parigi non mi concedo mai – arrivo alla Gare de Lyon, affollatissima. Guardo il tabellone, il mio treno non c’ĆØ ancora, sento parlare italiano, chiedo, non si sa mai. E fra decine di persone, chiedo a LEI. Non so voi, ma io credo nei segni, nelle vibrazioni, negli incontri. C’ĆØ sempre un perchĆØ, una ragione sottile che ti guida in una direzione piuttosto che un’altra. Attacchiamo a chiacchierareĀ  e le propongo di condividere la mia bottiglia di champagne durante quello che ancora, ingenuamente, penso che sarĆ  il mio pranzo di Natale. Continuando a chiacchierare scopriamo di avere i posti nella stessa carrozza. Saliamo. Aiuto!!!! Il treno ĆØ pieno come un uovo, non un posto libero. Nei corridoi corrono su e giĆ¹ vivacissima bambine con treccine rasta. Mi incuneo a fatica nello stretto spazio a me riservato e capisco che champagne, tarama, patatine, insalata russa, dolcetto… NON SARANNOĀ  il mio pranzo di Natale!Ā  Ā Dopo un minuto arriva LEI, la faccia furbetta….”ho guardato in prima, ĆØ praticamente vuota, andiamo lƬ!” Fulminea, raccatto champagne, flute – lei si ĆØ procurata un bicchiere di carta, ma va benissimo! – e tutte le mie gourmandise e ci trasferiamo, armi e bagagli, in prima classe. Baldanzosamente sedute stiamo per iniziare il party quando si palesa, minacciosa, la figura del controllore. In due battute, inflessibile, ci caccia. Ma mosso a pietĆ  ci dice che possiamo andare a fare bisboccia al bar. In piedi, perĆ², visto che non consumiamo. Ridendo come pazze – modello scolarette delle elementari – ci trasferiamo al bar e io tiro fuori tutto il mio pranzo di Natale. Apro lo champagne, equamente diviso fra flute e bicchiere di carta, e ha inizio il pranzo di Natale piĆ¹ divertente della mia vita. Dono compreso! Che si chiama Donatella,ĆØ scesa a Torino ma ci siamo sentite piĆ¹ volte, riviste: insomma,Ā  Ā ĆØ diventata una mia amica. PerchĆØ la vita non finisce mai di soprenderti. Anche in un Natale solitario.