Gli occhi golosi e curiosi di Ricky Tognazzi

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Ricky Tognazzi, regista, sceneggiatore, attore e ghiottone, appassionato di cibi, di vini, di storie di mare e di vita.

Se ti dico gourmand eyes, così senza pensarci, a cosa li associ?
A parte tutta una serie di cose vietate al momento, momento in cui viviamo di ricordi e di  speranze… la risposta più semplice e più vera  è lo sguardo di Ugo, uno sguardo particolare,  sornione,  occhi sorridenti un po’ a fessura, da cui traspariva l’amore per la vita, un sorriso sempre stampato uno di quei visi che anche che con la mascherina gli occhi li riconosci subito, poi apriva bocca e usciva la gourmand voice.
Grande divulgatore, faceva il giro di tutti i ristoranti d’Italia rubando segreti, ordinava le fragole, come le vuole? Mi porti dell’aceto, lo metteva, mischiava, diceva  assaggi al cameriere che, stupito, non sentiva l’aceto ma l’esaltazione del gusto della fragola. Era ironico, autoironico, ma se osavi criticare una sua pasta e fagioli, si offendeva e non ti parlava più per una settimana. Mago degli avanzi, dato che faceva da mangiare continuamente, il giorno dopo c’era sempre roba da riutilizzare. Le frittate con verdure, il riso al salto…. cucina del non buttar via niente. Per lui, che aveva vissuto la guerra e la fame, buttar via un pezzo di pane era peccato mortale; io sono come lui; non vedrai mai un mio piatto dove faccio avanzare qualcosa, perché so che il cuoco che si vede tornare in cucina un piatto non terminato soffre e sta male come un attore comico la cui battuta non arriva… È chiaro che io ho fortissimo l’imprinting di mio padre! Sono come Lorenz e le anatre, dove mio padre è Konrad e io l’anatra che più che seguirlo, scappavo! Per la paura di essere messo in pentola insieme ad altri pezzi di lesso… Se sono quello sono, sono il frutto dei nostri genitori, generazione di pionieri, avventurieri, col privilegio di trovare gli orizzonti e poter ricostruire tutto quanto. Adesso gli orizzonti sono chiusi, bisogna abbattere muri, barriere architettoniche e non, riappropriarsi di una natura che ci si è rivoltata contro e il panorama davanti ai nostri occhi è un po’ disneyano, con i cerbiatti Bambi che passeggiano, e un po’ da film dell’orrore, The Day After.

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