Le nostre crociere per mare sono piene di ricordi memorabili. Abbiamo corso insieme ai delfini, fatto il bagno nelle Bocche di Bonifacio incazzate, passato settimane in cantieri praticamente di tutto il Mediterraneo ad aspettare pezzi di ricambio , ci siamo svegliati allāalba per fare traversate di dieci ore filate, al termine delle quali eravamo tutti statue di saleā¦. Ma cāĆØ un viaggio che mi ricordo come un incubo. Che, dopo tanti anni mi fa ridere, ma allāepoca mi ha fatto disperare!
PiĆ¹ di vent’anni fa, salpammo alla volta delle Baleari. Compagni di viaggio, un ex ballerino, ex coreografo ora regista, baciato dalla fortuna per la sua lunga frequentazione con lāombelico piĆ¹ famoso dāItalia. Accompagnato da una stragnocca, alta, bella, sinuosa, occhi azzurri eĀ un poderoso paio di poppe. Estetista, la sua conversazione si rivelerĆ interessante, se pur monocorde: per tutto il viaggio mi parlerĆ solo di ricostruzione di unghie e delle sue tecniche di fellatio. Negli intervalli, cucinerĆ il ragĆ¹ ā classico piatto da barca in navigazione ā litigherĆ furiosamente con lui e appassionatamente si riconcilierĆ . Lāaltra coppiaĀ era formata da un produttore di vini accompagnato, lui, da una bellezza esotica dalla pelle ambrata: lei passerĆ il tempo a fumare e spegnere cicche in tutti i bicchieri di plastica della barca senza mai buttarli, a leggere āHolaā (un gossip in lingua spagnola) e a lamentarsi dicendo ā Amori quanti zanzariā Ā .
Un giorno il marinaio ā quello che per sue misteriose ragioni rideva da solo mentre cucinava ā sbattĆØ forte la testa contro la vetrata. A chi non ĆØ successo, soprattutto quando il vetro ĆØ troppo pulito? A me si! Lāesotica bellezza si scompisciĆ² dal ridere. Qualche giorno dopo, facendo il bagno e non essendo una provetta nuotatrice, un poā di onde la misero in difficoltĆ . Il marinaio deriso alzĆ² un sopracciglio e sentenziĆ²: āPer mi, la pol anco negar!ā Il tempestivo intervento dellāatletico fidanzato scongiurĆ² la tragedia.
Da subito si formarono Ā due gruppi: uomini e ā o contro? ā donne. Nel senso che a me durante tutto il giorno mi toccavano queste due e gli uomini, fra loro, parlavano di lavoro, barche, motori, vini, eccetera. Una conversazione normale mi toccava solo quando mi ritiravo, di notte, in cabina con la mia metĆ . Avevo, come dire, messo il mio cervello in temporanea ibernazione. A Maiorca fummo costretti a stare fermi per tre giorni di pioggia. Nessuno, ripeto nessuno di loro, andĆ² oltre i negozietti del porto.Ā Sedevano tristi nel pozzetto, incapaci di prendere qualsiasi decisione. Il mio lui, che ha uno sviluppatissimo senso dellāospitalitĆ , non voleva lasciarli soli sul natante – Ā magari si perdevano ā e quindi, dopo un giorno di apatia, mi organizzai, da sola e prendendo un taxi (ardimentosa, lo so!!!), vari giri per Palma, ritrovando per qualche ora il mio spirito curioso.
Ma ho anche imparato coseā¦perchĆ© lāestetista aveva un suo vocabolario: la pasta era custodita nel caveau (gavone) la Smart era la Sma, ma la sua vetta piĆ¹ alta la raggiunse quando disse a lui āE questo ti sia di monitorā! Sapendo che il suo sogno era apparire in televisione, ĆØ stato evidentemente un transfer – come avrebbe detto lei! ā freudiano.